sabato 25 aprile 2009

Non la mia festa, ma la festa del mio Paese e di tutti noi !

Quel che accadde in Italia dopo l'8 settembre 1943 è già stato giudicato dalla Storia.
Non serve a nessuno continuare a fomentare l'odio, contrabbandandolo per giustizia. Le scelte che fecero i cittadini sono incancellabili e appartengono alla Storia che non può essere tirata né da una parte né dall'altra, né tantomeno essere riscritta. Com'è incancellabile l'oppressione politica, culturale e civile sotto la quale il popolo italiano fu costretto a vivere.
Le crudeltà di allora furono infinite e i morti vanno tutti rispettati, ma le ragioni di quelle morti non posssono e non devono essere dimenticate. Valori e principi non finiscono mai: chi andò a Salò si unì ai nazisti diventandone servo, deportando e uccidendo il proprio fratello.
Quella che si combattè nel nostro Paese non fu una guerra civile ma una guerra di Liberazione. E la Resistenza per la libertà, per l'indipendenza dalla dominazione straniera rappresenta il riscatto del popolo italiano di fronte al mondo.
Questa distinzione non è stata scritta dagli storici ma dalla Storia.

Tratto da "La macchina delle bugie"(pag.260) di Loris Mazzetti

Leggi anche "25 aprile, la festa dei giusti" di Roberto Barbera

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